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ABS e PVC, due lati della termoformatura

Lug 8, 2022

ABS e PVC sono tra i materiali più popolari tra quelli usati per la produzione di tubi, e anche tra i più utilizzati nella produzione di oggetti in termoformatura. Si tratta infatti di materiali termoplastici, che possono cioè essere portati al punto di fusione e fatti raffreddare diverse volte senza perdere le proprie caratteristiche strutturali. Anche se utilizzati per applicazioni spesso simili, come avviene per esempio nel caso delle bordature dei mobili, ABS e PVC sono materiali molto diversi: vediamo dunque le caratteristiche strutturali e gli usi di queste due termoplastiche, tra le più diffuse a livello globale.

Termoformatura e ABS

L’ABS, o acrilonitrile-butadiene-stirene, è un polimero amorfo che rientra tra i materiali termoplastici. L’ABS fonde a circa 200°C, ed è molto usato in termoformatura in quanto molto semplice da lavorare e modellare una volta portato alle giuste temperature. Tra gli oggetti di uso quotidiano, sono prodotti in ABS per esempio i tasti del PC, le mascherine delle prese elettriche e i celebri mattoncini Lego. Termoformatura Abs Anche molti dei filamenti in vendita per la stampa 3D casalinga sono in ABS: si tratta infatti di un materiale plastico particolarmente malleabile e facile da lavorare, sia in estrusione sia tramite l’applicazione del vacuum – come avviene nella termoformatura da lastra. In termoformatura si fa un uso molto diffuso dell’ABS in particolare per quanto concerne la produzione di componenti automotive e tubazioni, ma anche oggetti di uso quotidiano come utensili da cucina e piccoli elettrodomestici, dai frullatori agli aspirapolvere. L’ABS è un materiale molto flessibile ed è resistente a solventi, alcool, oli e diversi acidi; se esposto però per lunghi periodi alla luce del sole degrada, motivo per cui quando si produce un oggetto che prevede un uso esterno l’ABS viene ricoperto da uno strato in materiali UV resistenti.

ABS: le principali caratteristiche

L’ABS è tra le termoplastiche più lavorate a livello industriale: molto semplice da lavorare alle giuste temperature ed estremamente versatile, viene spesso scelto per le sue proprietà meccaniche, che possono rispondere alle più svariate esigenze. In termoformatura viene usato in particolare per la produzione di grandi elementi, come parti d’automobile o componenti d’arredo, che non necessitano di angoli appuntiti o dettagli troppo complessi. Tra le caratteristiche principali dell’ABS:
  • stabilità chimica e termica;
  • costi molto bassi;
  • elasticità e flessibilità;
  • resistenza agli impatti e alla corrosione;
  • bassa temperatura di fusione, che permette una facile lavorazione;
  • possibilità di finiture lisce e variamente colorate.
L’ABS ha buone performance sia ad alte che a basse temperature, ma è meno resistente rispetto ad altri polimeri termoplastici. Rispetto al PVC, per esempio, l’ABS è leggermente più resistente agli urti, ma meno flessibile. Inoltre il PVC attutisce molto meglio i rumori, motivo per cui quando si tratta di costruire delle tubature dell’acqua si tende a preferire nettamente quest’ultimo.

Il PVC in termoformatura

Il PVC è in assoluto tra le termoplastiche più diffuse nel mondo: secondo i dati del 2020 rappresenta da solo quasi il 10% delle materie plastiche circolanti in Europa, dietro soltanto al Polipropilene (PP), e al Polietilene, che nelle due diverse declinazioni resta la materia plastica più diffusa a livello globale. Il PVC, o polivinilcloruro, viene usato in particolare per la produzione di infissi, pavimentazioni e piscine e per l’isolamento dei cavi, ma è forse più noto per essere il materiale di cui sono fatti i dischi in vinile. Il PVC è tra le plastiche più usate in termoformatura: si usa per esempio per la realizzazione di piatti doccia e vasche da bagno, ma anche dei bagni chimici e delle parti interne delle portiere delle automobili. Termoformatura Pvc

Caratteristiche del PVC

Una delle principali caratteristiche del PVC è la sua resistenza: a differenza dell’ABS, il polivinilcloruro non degrada se esposto alla luce del sole per periodi prolungati, ed è in generale molto resistente agli impatti e alle interazioni chimiche. Il PVC può essere però molto pericoloso: se portato a temperature troppo alte, infatti, può sprigionare acido cloridrico, estremamente corrosivo. Il PVC non ha una vera e propria temperatura di fusione: si dice che “rammollisce” intorno agli 80°C, per fondersi a temperature che possono variare tra i 100 e i 260°C. Il PVC è composto di cloro, carbonio ed idrogeno, cui vengono aggiunti degli additivi che gli conferiscono di volta in volta le caratteristiche fisico-meccaniche ricercate, rendendolo uno dei materiali plastici più versatili in assoluto. Tra le proprietà più apprezzate del PVC, anche in termoformatura:
  • leggerezza;
  • isolamento termico;
  • resistenza all’umidità e alla corrosione;
  • facilità di lavorazione;
  • resistenza a flessione e impatto.
In termoformatura, in particolare, è anche apprezzata la possibilità data dal polivinilcloruro di ottenere superfici perfettamente lisce, adatte per esempio per la realizzazione di dettagli decorativi e componenti dal design particolare. Statistics source https://plasticseurope.org/wp-content/uploads/2021/12/Plastics-the-Facts-2021-web-final.pdf